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Ferie solidali: promuovere solidarietà e supporto tra colleghi

Ferie solidali: promuovere solidarietà e
supporto tra colleghi

Esistono gesti che, pur non facendo rumore, possono cambiare profondamente la vita di chi ci sta accanto. Le ferie solidali rientrano proprio in questa categoria e rappresentano un atto di generosità silenziosa, che mette al centro un valore spesso dimenticato nei luoghi di lavoro: la solidarietà.

Ma di cosa parliamo, esattamente? 

Le ferie solidali sono un meccanismo che permette ai dipendenti di donare parte delle proprie ferie non godute a un collega che sta attraversando un momento difficile: ad esempio per assistere un familiare gravemente malato, affrontare un problema di salute personale o gestire situazioni familiari delicate. È un gesto libero, volontario, eppure fortemente collettivo. Perché parte da una convinzione semplice ma profonda: non siamo isole, lavoriamo insieme e possiamo sostenerci anche oltre le competenze e le mansioni.

Siamo soliti parlare tanto di benessere organizzativo, work-life balance e cultura aziendale positiva… Ecco, le ferie solidali rappresentano un esempio concreto di come l’umanità possa trovare spazio anche in contesti formali e regolati come quello lavorativo

È una scelta che va oltre il contratto, oltre gli orari e le scadenze. 

È un investimento in fiducia, rispetto e cura reciproca.

È un’opportunità preziosa, per le aziende, per costruire ambienti più etici, inclusivi e umani

Perché promuovere la solidarietà tra colleghi significa dare forma a una cultura aziendale che mette le persone al centro, anche nei momenti più fragili.

Le ferie solidali in Italia: un diritto introdotto nel 2015

In Italia, il concetto di ferie solidali ha fatto ufficialmente il suo ingresso nell’ordinamento nel 2015, grazie all’articolo 24 del Decreto Legislativo 151/2015, parte integrante del cosiddetto “Jobs Act”. Si tratta di una misura che ha introdotto per la prima volta la possibilità di trasferire volontariamente ferie o permessi a un collega in difficoltà, in un’ottica di solidarietà concreta e responsabilità collettiva.

Secondo la norma, i lavoratori del settore privato possono cedere parte delle proprie ferie maturate ma non ancora fruite a favore di colleghi che devono assistere figli minori affetti da gravi patologie. 

Una precisazione importante: la donazione è sempre volontaria e può riguardare solo giornate eccedenti il periodo minimo previsto per legge, ovvero quelle oltre le quattro settimane annuali garantite.

Nel tempo, alcune contrattazioni collettive e regolamenti aziendali hanno ampliato la portata della misura, estendendola anche ad altri tipi di necessità, come l’assistenza a familiari diversi dai figli o casi di emergenza sanitaria. In ogni caso, l’obiettivo resta sempre lo stesso: garantire un supporto umano e pratico a chi, in azienda, si trova ad affrontare momenti di vulnerabilità.

L’introduzione delle ferie solidali rappresenta un modo per dire “ti sono vicino” senza troppe parole, ma con un gesto prezioso… Regalare tempo.

Per le aziende, è un’opportunità per promuovere coesione e senso di appartenenza, incentivando comportamenti etici e relazioni positive tra i dipendenti. E per i lavoratori, è una forma di mutualismo moderno che unisce diritti individuali e responsabilità collettiva, trasformando le ferie in uno strumento di cura di gruppo.

Come funziona la cessione volontaria delle ferie: un gesto semplice che vale molto

La cessione volontaria delle ferie è uno degli strumenti più significativi e concreti di solidarietà tra colleghi. Il suo funzionamento è semplice nella forma, ma profondo nel significato.

Questa possibilità si attiva di solito in casi specifici, in momenti in cui il tempo diventa il bene più prezioso — e poterlo donare a chi ne ha bisogno diventa un atto di autentica umanità.

È importante sapere che questa cessione avviene su base non solo volontaria ma anche anonima, senza alcun obbligo o compensazione e viene formalizzata attraverso una semplice comunicazione all’ufficio del personale o alle risorse umane. Le ferie cedute, come già indicato, devono essere extra rispetto al minimo legale previsto e il tutto avviene nel pieno rispetto delle normative vigenti e degli accordi aziendali.

In molti casi, sono proprio le aziende più attente al welfare aziendale a incentivare e rendere operative queste forme di supporto interno. Le ferie solidali si inseriscono infatti perfettamente in un contesto di employee care, cioè in un insieme di politiche pensate per prendersi cura delle persone, non solo come risorse produttive ma come esseri umani, con bisogni e fragilità.

Ferie solidali e normativa: ricapitoliamo i punti chiave

La cessione delle ferie solidali, inizialmente, risultava possibile solo in caso di:

  • il collega destinatario si trova nella necessità di assistere un figlio minore con gravi motivi di salute;

  • il lavoratore che dona ha ferie maturate e non godute, eccedenti il minimo previsto dalla legge (cioè oltre le 4 settimane annue di ferie obbligatorie);

  • il tutto avviene su base volontaria e in forma gratuita.

Questi limiti iniziali hanno suscitato l’interesse delle parti sociali e sono stati in parte superati e ampliati attraverso i CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) e i regolamenti aziendali. Molti contratti, infatti, prevedono condizioni più flessibili, estendendo il beneficio anche:

  • all’assistenza di altri familiari (coniugi, genitori, fratelli, sorelle, etc.);

  • a motivazioni personali o sanitarie che impediscono la normale attività lavorativa;

  • alla possibilità di cedere anche permessi retribuiti o ex festività.

Parliamo, quindi, di un’interpretazione sempre più umana e moderna del welfare aziendale, in cui la dimensione del lavoro non si esaurisce nella produttività ma comprende anche l’aspetto relazionale e solidale. 

Per le aziende, promuovere strumenti come le ferie solidali significa investire su una cultura organizzativa più empatica e non solo… Ma di questo, parleremo più avanti.

Esempi reali di ferie solidali: quando la generosità diventa notizia

Se la solidarietà tra colleghi può sembrare un concetto astratto, basta guardare a ciò che è accaduto in questi anni in diverse aziende — italiane e internazionali — per capire quanto possa essere tangibile, concreta e potente.

Uno dei primi casi a ricevere ampia attenzione mediatica in Italia risale al 2017, quando un dipendente di un’azienda lombarda, padre di un bambino gravemente malato, aveva esaurito tutte le ferie e i permessi disponibili. Fu allora che l’intera azienda si mobilitò: oltre 50 colleghi donarono una parte delle proprie ferie per permettergli di restare accanto al figlio durante il periodo di cure. La storia fece il giro dei giornali e commosse il Paese. Non era solo un gesto di aiuto, ma un messaggio forte: una comunità lavorativa che si stringe attorno a chi è in difficoltà.

Un altro caso emblematico è quello avvenuto in Francia, che ha ispirato anche la normativa italiana. Nel 2014, un dipendente della società Badoit (gruppo Danone), Christophe Germani, si trovò nella stessa situazione: aveva bisogno di tempo per assistere il figlio malato, ma non aveva più giorni disponibili. I suoi colleghi, spontaneamente, iniziarono a donargli giorni di ferie, in un movimento di solidarietà che si allargò fino a raccogliere 170 giorni. Questo gesto ha contribuito all’introduzione ufficiale delle “congés solidaires” nella legislazione francese.

Facendo delle ricerche è possibile risalire a tanti piccoli gesti, meno conosciuti ma non meno significativi: dipendenti pubblici che si organizzano per aiutare una collega in maternità a rischio, colleghi che cedono giorni per chi deve affrontare una lunga riabilitazione, squadre di lavoro che si uniscono per sostenere chi ha subito un lutto improvviso.

Questi episodi dimostrano una cosa: il lavoro non è solo produttività, è anche umanità. Le ferie solidali sono la prova che si può costruire un ambiente lavorativo dove le persone si prendono cura le une delle altre.

In sintesi, la normativa fornisce la cornice, ma sono le imprese — insieme alle rappresentanze sindacali — a riempirla di significato e valore, creando modelli organizzativi dove l’aiuto reciproco diventa una risorsa condivisa.

Ferie solidali: un investimento strategico nel welfare aziendale

Introdurre e sostenere un sistema che favorisca la solidarietà tra colleghi consente di generare una serie di vantaggi concreti che coinvolgono l’ambiente interno, la reputazione e persino l’efficienza economica dell’organizzazione.

Se parliamo di vantaggi, per le aziende, connessi alle ferie solidali, dobbiamo citare obbligatoriamente i punti di forza sotto elencati.

Miglioramento del clima aziendale

Introdurre e sostenere un sistema che favorisca la solidarietà tra colleghi consente di generare una serie di vantaggi concreti che coinvolgono l’ambiente interno, la reputazione e persino l’efficienza economica dell’organizzazione.

Se parliamo di vantaggi, per le aziende, connessi alle ferie solidali, dobbiamo citare obbligatoriamente i punti di forza sotto elencati.

Riduzione del turnover

Un dipendente che si sente supportato nei momenti difficili difficilmente cercherà opportunità altrove. 

La possibilità di ricevere un aiuto concreto dai colleghi — con il supporto e l’approvazione dell’azienda — contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza e di gratitudine. 

Le ferie solidali diventano quindi uno strumento di retention potente, che dimostra l’attenzione autentica dell’azienda verso il benessere individuale.

Attrazione di talenti

Oggi sempre più candidati non cercano solo una buona retribuzione, ma un contesto etico, inclusivo e umano

Le aziende che promuovono pratiche come le ferie solidali dimostrano concretamente i propri valori, distinguendosi dalla concorrenza. Questo permette di attrarre talenti di qualità, soprattutto tra le nuove generazioni, attente alla responsabilità sociale e alla coerenza tra parole e azioni.

Vantaggi fiscali

Dal punto di vista economico, le ferie solidali possono rientrare nel pacchetto di welfare aziendale e in alcuni casi, essere considerate tra le misure incentivabili fiscalmente. 

Questo consente all’azienda di offrire un beneficio reale ai propri dipendenti, ottimizzando i costi e accedendo a forme di deduzione o esenzione previste dalla normativa vigente. 

Inoltre, una gestione responsabile e documentata di queste pratiche rafforza la compliance e la trasparenza interna.

Reputazione aziendale e valore sociale

Promuovere al proprio interno politiche di employee care e sostegno reciproco genera anche un importante ritorno in termini di immagine

L’azienda si posiziona come realtà consapevole, solidale, attenta alle esigenze umane oltre che produttive. Questo impatto si riflette anche all’esterno: clienti, fornitori, partner e comunità riconoscono e apprezzano il valore sociale di un’organizzazione che non lascia indietro nessuno.

Il valore delle ferie solidali nel lavoro di oggi…

Nel mondo del lavoro di oggi, sempre più orientato alla performance, alla velocità e al risultato, le ferie solidali risultano un ritorno all’umanità. Non si tratta solo di una misura normativa o di un’opzione organizzativa, ma di un vero e proprio simbolo di solidarietà di attenzione al prossimo

Quando un lavoratore attraversa un momento delicato, sapere di poter contare sul supporto dei propri colleghi e della propria azienda fa una differenza enorme — emotiva, psicologica, organizzativa.

Le ferie solidali sono una risposta semplice ai bisogni emergenti di una comunità lavorativa più coesa. Permettono di trasformare le difficoltà individuali in un’occasione di collaborazione collettiva, creando una cultura del lavoro che sa guardare oltre l’efficienza.

Per le aziende, adottare e promuovere questo strumento è un segnale forte di leadership etica, che mostra la volontà di guidare non solo i processi, ma anche le relazioni.

L’invito agli imprenditori, quindi, è chiaro… È tempo di integrare le ferie solidali tra le proprie politiche di employee care. Perché il futuro del lavoro — quello più giusto, sostenibile e resiliente — si costruisce con scelte piccole ma significative, capaci di lasciare un segno vero nella vita delle persone.

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